giovedì 15 maggio 2014

L'antisemitismo strisciante...ma non troppo

Vincenzo Raimondo Greco
Salerno (15 maggio 2014).- Tra le domanda che mi vengono rivolte, durante le presentazioni del libro "1938-1945: L'industria di Caino", ce n'è una che ricorre spesso: perche?

Quasi a voler dimenticare che l'antisemitismo è cosa passata;  che la violenza subita da Rom, Sinti, gay, diversamente abili, oppositori politici fosse un argomento legato esclusivamente a quel periodo storico e a quella ideologia. No. Assolutamente no.
E lo dimostra una recente  indagine condotta dalla Anti-Defamation League secondo la quale gli atteggiamenti antisemiti sono persistenti e pervasiva in tutto il mondo . Più di uno su quattro adulti, il 26 per cento degli intervistati , sono profondamente infettati con atteggiamenti antisemiti. Questa cifra rappresenta una stima di 1,09 miliardi di persone in tutto il mondo. 
«Per la prima volta abbiamo un vero senso di quanto pervasivo e persistente antisemitismo è oggi in tutto il mondo», ha detto Abraham H. Foxman, direttore nazionale ADL. «I dati del Global 100 Index ci permette di guardare al di là episodi di antisemitismo e la retorica e quantificare la prevalenza di atteggiamenti antisemiti in tutto il mondo . Possiamo ora identificare i paesi e regioni del mondo dove l'odio degli ebrei è sostanzialmente inesistente».
Copertina del libro:1938-1945: L'industria di Caino
Secondo l’indagine, la più alta concentrazione degli intervistati in possesso di atteggiamenti antisemiti è stato trovato in Medio Oriente e Nord Africa, dove quasi i tre quarti degli intervistati , il 74 per cento degli intervistati , condivide la maggioranza degli stereotipi antisemiti che comprendono . Ma è scioccante l’antisemitismo strisciante in   Europa dell'Est (34 per cento),   Europa occidentale  (24 per cento), Africa sub - sahariana (23 per cento),  Asia (22 per cento), Americhe ( 19 per cento) e Oceania (14 per cento).
«E’ sorprendente - ha aggiunto Foxman- vedere quanto è alto il livello di anti -semitismo in Medio Oriente»   e come altre parti del mondo siano state infettate  «con atteggiamenti antisemiti ».
Il perché del libro “1938-1945: L’industria di Caino”, scritto  insieme a tanti giovani universitari, sta anche  nel tentativo di ripartire dal basso per cambiare atteggiamento nei confronti dell’altro.

lunedì 14 aprile 2014

Il libro è una realtà



«Chi ama la storia e segue la cronaca giornalistica troverà nel libro 1938-1945:L’industria di Caino un supporto storico-culturale ma anche un prodotto di piena puntualità informativa». Inizia così la prefazione di Raimondo Pasquino, già rettore dell’Università di Salerno e presidente del Consiglio Comunale di Napoli, al libro curato da Vincenzo Greco, giornalista presso l’Ufficio Stampa dell’Ateneo salernitano. «La trascrizione delle numerose interviste, condotte dai ragazzi della redazione giornalistica di Unis@und durante gli Speciali 38-45: La memoria del male, le note e la stessa cronologia – continua Pasquino - aiutano il neofita a leggere gli avvenimenti che hanno caratterizzato il periodo più buio della nostra storia, senza infingimenti». Il libro edito dall’Università  e da Librerie Universitarie sarà presentato il 16 aprile, a partire dalle ore 10.00, nella Sala dei Consigli dell’Ateneo salernitano.
A seguire il convegno su Giovanni Palatucci, il questore Giusto con Angelo Picariello, giornalista Avvenire, Francesco Barra, docente presso l’Università di Salerno, Miriana Tramontina, profuga dalmato-croata, delegata Anvgd (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) per Salerno e presidente del Cepis (Centro di volontariato per la pace, l’infanzia e lo svuluppo).
L’incontro, che inizierà alle ore 10.00, sarà moderato da Eduardo Scotti, giornalista de “La Repubblica”.
La giornata si inserisce nel ciclo di convegni e seminari sul tema Shoah, raccontare per ricordare, iniziativa  voluta dall’Università di Salerno, da Unis@und e dal Cral dell’Ateneo salernitano,  che ha ottenuto il sostegno del Museo dello Sbarco di Salerno,  di ANPI Salerno,  di Aned Eboli, del circolo Arcigay di Salerno e dell’Accademia dello Spettacolo di Baronissi.